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I monumenti

CHIESA S.MARIA ASSUNTA

La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta viene fatta costruire nel 1555 dal duca di Celenza Giovanni Battista Caracciolo, come si può vedere dall’epigrafe ancora ben scolpita sopra l’architrave del portale centrale, che recita la seguente frase in latino :”Joannes Baptista Caracciolus a fundamentis erexit A.D. 1555”. All’interno della chiesa (fatta ricostruire successivamente nel 1605 e consacrata da Alfonso Mariconda della Congregazione Benedettina il 27 novembre 1726) trovano spazio sette cappelle dedicate ai santi e una cappella (della SS. Pietà) dedicata al Corpo di Cristo. L’edificio diviso in tre navate (una centrale e due laterali) ospiterebbe la tomba della famiglia Pignatelli sotto l’arco in pietra scolpita, attualmente adattato ad altare maggiore. Quest’ultimo manufatto dall’origine incerta mostra importanti vestigia che sarebbero addirittura più antiche delle notizie finora esistenti sull’edificio sacro (la chiesa risalirebbe infatti al XIII-XIV secolo, come dimostra la pregevole partitura architettonica ricollocata nella facciata). L’odierno campanile, finito di costruire nel 1792, doveva assolvere oltre alla funzione religiosa anche quella militare, in quanto distaccato dall’edificio sacro e posto a più diretto contatto visivo della Valle del Trigno. Le tre campane denominate Vittoria, Caterina e Beatrice, a firma dei celebri campanari Marinelli di Agnone, potrebbero essere opera dell’ottocento borbonico; infatti in appunti manoscritti presumibilmente dell’arciprete don Enrico De Aloysio vengono riportate le date di fabbricazione: 1819 la “campana grande”, 1820 la “campana mezzana”, 1848 la “campana piccola”.

 

CHIESA E CONVENTO S.DONATO

La principale documentazione sulle origini del convento e della chiesa di S.Donato provengono dall’istanza inviata da Giovanni Battista Caracciolo al vescovo di Trivento negli ultimi anni del XVI secolo, per ottenere il consenso a costruire un convento nel nome di S.Francesco. Il documento venne trascritto da fra Berardo di Foggia nel 1713 e, oltre a documentare l’origine del convento, fornisce anche una descrizione della chiesa di S.Donato con tutte le cappelle, gli altari e le suppellettili. L’attuale convento venne fondato nel 1598 dalla confraternita della SS. Concezione, dove forse un tempo si trovava qualche insediamento romano. La chiesa venne fatta ricostruire in precedenza rispetto al convento da un certo Giovanni Paolo Riccio (ricco possedente). Sui ruderi della vecchia cappella rurale si trovava molto probabilmente un sito religioso d’età romana o preromana. Successivamente Nicola Riccio, figlio di Giovanni Paolo Riccio, diede vita alla confraternita della SS.Concezione, la quale finanziò insieme ai duchi Caracciolo e alla popolazione, la costruzione del convento di S.Donato. Nei secoli seguenti il monastero di S.Donato venne soppresso dal riformismo francese (1811) per poi essere riaperto nel 1819. Nel 1868 l’ex convento e la chiesa di S.Donato vennero ceduti al comune di Celenza, il quale ebbe non poche incomprensioni e frizioni con il clero. L’ex convento durante il XX secolo venne adibito a molteplici funzioni laiche: municipio, pretura, carcere e sede scolastica. Nel 2001, dopo essere stato restaurato, l’ex convento ospita una residenza sanitaria assistenziale per anziani. Sui caratteri architettonici della chiesa di S. Donato possiamo affermare la presenza di una facciata moderna, sebbene d’epoca, e una divisione a tre navate dell’interno. Dietro l’altare maggiore è conservato il coro (probabilmente seicentesco), lo splendido polittico con eleganti finiture della superficie e l’organo della metà del XVIII secolo (restaurato nel 1947).

 

TORRE DELLA FARA

Edificata molto probabilmente nel XII secolo, la Torre della Fara (o Torre del Molino) è posta presso il fiume Trigno ed il tratturo Ateleta-Biferno; era in contatto visivo con tutti i centri limitrofi e con il monastero di Santa Maria del Canneto. La torre, interamente costruita in pietra, è alta 15 metri e ha un diametro di 6 metri; ad un terzo dell’altezza vi è un’apertura che fungeva da ingresso sopraelevato. La copertura all’interno è a volta con calotta ribassata e lo spessore delle mura diminuisce progressivamente col crescere dell’altezza. Le funzioni della torre non sono ancora oggi del tutto chiarite, ma con ogni probabilità erano quelle di delimitazioni di confine più che avvistamento o segnalazione.

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