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La città

Celenza sul Trigno (Celènze in abruzzese) è un comune italiano della provincia di Chieti, in Abruzzo. Il territorio fu occupato sin dall'epoca romana e si ipotizza fosse il confine tra il municipium di Histonium (Vasto) e quello di Treventum (Trivento). La fondazione vera e propria risale molto probabilmente al IX o X secolo (alto medioevo). Nel 1273  e nel 1415, negli atti ufficiali dei registri angioini viene fuori il nome di Celenza (allora Celencia). Fino al 1726 Celenza fu ducato sotto i Caracciolo e successivamente passò in mano ai d'Avalos, tramite il matrimonio fra l'ultima erede dei Caracciolo (Cosima Beatrice Antonia) e Andrea d'Avalos. Ai d'Avalos succedettero in seguito i Pignatelli e ancora una volta i Caracciolo, fino all'abolizione della feudalità. Al plebiscito del 1860 per l'annessione al regno d'Italia, su 500 iscritti, votarono soltanto 178 elettori: 176 si espressero a favore, 2 si dichiararono contrari. Al referendum istituzionale del 1946, i voti per la repubblica furono 122, 749 quelli per la monarchia; i voti non validi 37; 25 le schede bianche. Il 23 giugno 2005 il comune di Celenza sul Trigno è stato insignito della Medaglia d'argento al merito civile con la seguente motivazione rilasciata dal quirinale:"Centro strategicamente importante, situato sulla linea "Barbara", occupato dalle truppe tedesche impegnate a bloccare l'avanzata alleata, subì feroci rappresaglie e devastanti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili, la quasi totale distruzione dell'abitato e danni ingentissimi al patrimonio agrario. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. 1943 - Celenza sul Trigno (CH)". Dal punto di vista geografico il territorio di Celenza si estende, per 22,60 km², su una dorsale collinare profondamente incisa dal corso dei torrenti Vecchio e Caccavone, alla sinistra della media valle del fiume Trigno. Il centro abitato, situato su uno sprone a nord della confluenza del fiume Monnola, gode di un suggestivo panorama per gli spettacolari scorci sulla Maiella, sul Matese e sulle colline degradanti  verso l'Adriatico.

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